Design ironico dagli anni 60′ in Italia

Gruppo Sturm, Gaetano Pesce, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Livio Castiglioni, Gianfranco Frattini, Dino Gavina, Ettore Sottsass Jr, Enzo Mari, Bruno Munari, Vico Magistretti, Joe Colombo, Giovanni Pasotto, Ceretti-Derossi-Rosso, Gruppo DAM, Bettonica-Melocchi, Studio Tetrarch, Stefano Giovannoni, Alfredo Martini, Sapper-Zanuso

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La mostra presenta alcuni oggetti di culto, di una collezione italiana, caratteristici del design „Made in Italy “ piu’ creativo. Gli oggetti esposti sono la seduta Pratone, gli appendiabiti Cactus e Ventaglio, le poltrone Hacca, UP1 e UP2 con la palla UP6, lo sgabello Mezzadro, le sedie Box e Universale, le lampade Toio, Sciuko, Eclissi, Cuboluce, Sinus, Pistillino e Boalum, il tavolo Leonardo, il tavolo-bar Zen, la ceramica Yantra, la macchina da scrivere Valentine, la Radio Cubo, il leggio Servolibro, il puzzle-gioco 16 Animali, il letto Abitacolo, il portarifiuti In Attesa, il calendario Timor e per finire Magrittina e Merdolino. La mostra, oltre agli oggetti di design, propone libri, cataloghi e locandine.
A cura di Francesca Zattoni e Jerica Ziherl. In collaborazione con FZ e con l’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria.
Gli anni sessanta vedono il pieno sviluppo del design italiano.. Vengono introdotti nuovi materiali come il poliuretano, utilizzato da aziende come la Gufram per il celebre Pratone e le plastiche. Questi materiali esotici permettono di passare dalla produzione artigianale ai ritmi seriali della fabbrica. Enzo Mari, Ernesto Gismondi, Dino Gavina sono fra i protagonisti principali. Nascono anche opere di Ettore Sottsass per Olivetti, come la macchina da scrivere portatile Valentine (1969). Nel 1971, Cini Boeri disegna il divano Serpentone per Arflex, un divano composto da lamelle stampate in poliuretano accostate l’una all’altra. Altri designer di grande importanza sono artisti come Joe Colombo e Bruno Munari , di cui ricordiamo la scimmietta in gommapiuma Zizì, che gli fece vincere il Premio Compasso d’oro nel 1954, la lampada Cubica, il posacenere Cubo del 1958 e l’Abitacolo del 1971. Nel 1968 alla XIV Triennale di Milano emergono progetti di avanguardia che Germano Celant definisce di radical design. In questa avanguardia troviamo come protagonisti Ufo, Archizoom Associati, Ugo La Pietra, Gaetano Pesce. Nel 1972 Emilio Ambasz organizza al MoMA di New York la mostra “Italy: The New Domestic Landscape. Achievements and Problems of Italian Design”, dove vengono esposti arredi, televisori, radio, giradischi e lampade. Il design italiano è passato dall’esigenza di dare una forma agli oggetti d’uso comune, possibilmente bella e funzionale, derivata dalla evoluzione e dei materiali e dei processi produttivi, ad un design libero, ironico, slegato da vincoli razionali e logici.

►Bruno Munari

Ha disegnato dal 1935 al 1992 decine di oggetti d’arredamento la maggior parte dei quali per Danese. Nel campo del disegno industriale Munari ha creato i suoi oggetti di più grande successo, come il giocattolo scimmia Zizi (1953), la scultura da viaggio pieghevole, per ricreare un ambiente estetico familiare nelle anonime camere d’albergo (1958), il portapenne Maiorca e il posacenere Cubo (1958), la celebre lampada Falkland (1964), l’Abitacolo (1971) e la lampada Dattilo (1978). Deve essere considerato il padre del design ironico. Bruno Munari è stata una figura leonardesca tra le più importanti del novecento, a partire dagli anni del boom economico, in cui nasce la figura dell’artista operatore-visivo che diventa consulente aziendale e che contribuisce attivamente alla rinascita industriale italiana del dopoguerra. Munari partecipa giovanissimo al futurismo, dal quale si distacca con senso di levità ed umorismo, inventando la macchina aerea (1930), primo mobile nella storia dell’arte, e le macchine inutili (1933). Ma è nella editoria per bambini che ha lasciato un segno profondo a livello internazionale.

►Ettore Sottsas Jr

Yantra è una serie di ceramiche disegnate nel 1969 che servono a eccitare e allargare la percezione mentale. Sono gli anni di “Pianeta Fresco” una rivista underground italiana finanziata privatamente. Diretta da Fernanda Pivano e disegnata da Ettore Sottsass Jr con l’appoggio culturale e morale di Allen Ginsberg. Il primo numero è datato 1 Dicembre 1967, il tema principale della rivista è la non violenza. La rivista veniva venduta abbinata ad una rosa e non aveva fini commerciali.
Valentine è una macchina per scrivere della Olivetti progettata nel 1968 da Ettore Sottsass e Perry A. King. Nel 1970 vince il Premio Compasso d’Oro. In Italia è conosciuta come la rossa portatile. Ne sono state prodotte anche di colore bianco per l’Italia e blu e verde rispettivamente per la Francia e la Germania, oggi praticamente introvabili.. E’ una delle icone del design industriale. L’importanza della Valentine è sottolineata dalla sua presenza nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York, dalle sue partecipazioni a mostre sul design italiano e internazionale in tutto il mondo, oltre che dai riconoscimenti ricevuti per le soluzioni innovative adottate dai progettisti nella fase di realizzazione. E’ un gioco con il quale si poteva scrivere.

►Enzo Mari

16 Animali può essere considerata una piccola scultura d’arte. Disegnata nel 1974 si compone di elementi che possono essere usati sia singolarmente sia in composizione fra loro.
Questa originalissima creazione di Enzo Mari evidenzia una doppia funzionalità: un “gioco di costruzioni” che consente una libera composizione degli elementi. Realizzato in legno naturale o in resina sintetica è un puzzle con sagome di animali, tutti riconoscibili, che si compongono ad incastro aderendo perfettamente tra loro.
Al mondo animale è ispirato il calendario da tavolo Timor del 1966. La sedia Box del 1976 e il cestino portarifiuti In attesa del 1971 sono altri oggetti a forte impronta ironica.

►Gruppo Sturm

Gli architetti Giorgio Ceretti, Piero Derossi e Riccardo Rosso a partire dalla metà degli anni ’60 hanno interpretato l’architettura e il progetto come mezzo per partecipare alle lotte sociali e politiche di quel periodo.
Con la collaborazione tecnica di Piero Gilardi, uno degli artisti dell’Arte Povera, progettarono i primi mobili in poliuretano espanso con un approccio anti design. Il loro lavoro assume col passare del tempo una funzione didattica, sociopolitica e culturale.
Pratone, progettato nel 1971, è un’idea dissacrante, lontana anni luce dalle tipologie dell’arredamento borghese del tempo. Lunghi steli verdi tra cui sprofondare e sdraiarsi, una seduta non convenzionale, una chaise longue fuori dagli schemi, una porzione di giardino volutamente fuori scala. Pur essendo stato concepito con una precisa attitudine seriale tanto da essere modulabile e componibile per ricreare un intero e spensierato campo verde tra le grigie mura domestiche.
Pratone a tutti gli effetti è un progetto radicale, icona della rivoluzione culturale dell’anti-design.

►Achille Castiglioni

Achille Castiglioni, assieme ai fratelli Pier Giacomo e Livio ha rappresentato una delle esperienze più creative del design italiano. Tantissimi sono gli oggetti da loto progettati.
Mezzadro è lo sgabello che Achille con Pier Giacomo progettarono nel 1957, partendo dall’idea di utilizzare il sedile di un trattore agricolo fabbricato circa cinquant’anni prima, invertendo l’orientamento della balestra in acciaio cromato.
Progettano nel 1962 la lampada Toio è un apparecchio illuminante ricavato da elementi ready-made: la fonte di illuminazione è costituita da un vero fanale d’automobile da 300 watt, tenuto su da uno stelo ricavato da una canna da pesca a sua volta incastrato in una base in lamiera di acciaio ripiegata che con il suo peso da stabilità all’insieme. Il cavo di alimentazione corre dal faro passando per gli anelli passanti dello stelo fino al trasformatore lasciato a vista; delle alette metalliche poste sulla base permetto l’avvolgimento della porzione di cavo in eccesso.
La lampada Sciuko del 1962, prodotta da Flos, ha un corpo metallico con “ingranaggi” laterali che permettono di appoggiarla o appenderla con diverse inclinazioni.
Leonardo, tavolo su cavalletti regolabili in altezza, disegnato da Achille Castiglioni, è del 1969. Rappresenta uno dei prodotti di maggior successo della produzione Zanotta.
Livio Castiglioni, con Gianfranco Frattini, nel 1970 progettano la lampada da parte o terra Boalum realizzata con una struttura in plastica flessibile e terminali in resina. Sinuosa come un serpente luminoso.

►Joe Colombo

Gianni e Joe Colombo sono figli di un industriale. Il primo segnerà la storia dell’arte contemporanea con le sculture pulsanti in polistirolo. Joe nei primi anni Cinquanta entra nel gruppo di pittura nucleare e studia all’Accademia delle Belle Arti di Brera e al Politecnico di Milano. Apre uno studio di design. Nel 1963 alla XIII Triennale di Milano ottiene la Medaglia d’Oro con la lampada da tavolo Acrilica, medaglia che vince anche l’anno successivo.
Nel 1965 progetta la sedia Universale 4867 per la Kartell.
Nel 1967 vince il Premio Compasso d’Oro per la lampada Spider. Nel 1968 ottiene il Design International Award a Chicago.
Del 1969 è la seduta modulare componibile Tube Chaire e dello stesso anno il Portable Storage System, un portaoggetti per ufficio esposto al Museun of Modern Art di New York.

►Gaetano Pesce

Le Poltrone UP1 e UP2, con Palla U6 appartengono alla serie disegnata nel 1969 da Gaetano Pesce, è una delle più conosciute espressioni del Radical Design. Sette diversi modelli di sedute in varie dimensioni, sono caratterizzate da uno straordinario impatto visivo che le ha rese uniche. Tra tutte la più celebre è la scultorea poltrona Up5, abbinata al pouf Up6, concepita come metafora della “donna con la palla al piede”, vero e proprio pezzo cult. Giocata su geometrie curvilinee e contraddistinta da presenza ipnotica e personalità pop, la poltrona Up5 segna il felice incontro tra arte e design. La forma avvolgente della seduta e dello schienale sembra modellarsi intorno al corpo, cercando una totale integrazione. Interamente realizzati in poliuretano con rivestimento fasciante in tessuto elasticizzato.

Il programma annuale del Muzej – Museo Lapidarium è stato realizzato con i finanziamenti della Città di Novigrad – Cittanova, dell’Assessorato alla cultura della Regione Istriana, del Ministero della cultura della Repubblica di Croazia, e dell’Ente per il turismo della Città di Novigrad – Cittanova.